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Logistica 4.0 Digital Plant

Ecco il mio nuovo articolo su Econerre.

Buona lettura

https://www.econerre.it/innovazione/industria-4-0/digital-plant-di-moko-eccellenza-iot-dalla-via-emilia-al-mondo/

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10218357213353860&id=1598209385

Tanto si parla oggi di IoT, acronimo dell’inglese Internet of things ossia l’Internet delle cose. Approfondisce il tema Davide Lega, consulente e formatore aziendale nel campo della Logistica e Lean Manufacturing, autore di libri e manuali tecnici, prosegue il dialogo con i lettori di econerre.it sui temi dell’Industria 4.0 e dell’innovazione.

Introduciamo il concetto anche attraverso l’esempio concreto di una azienda che lavora proprio su questo tipo di tecnologia: Digital Plant business unit IOT di Moko di Reggio Emilia.

Iot: cosa è e chi lo ha inventato

Per IoT si intende l’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi in cui questi si muovono.

Il concetto fu introdotto da Kevin Ashton, ingegnere inglese, cofondatore e direttore esecutivo di Auto-ID Center ossia “Centro Di Identificazione Automatica”, un’organizzazione di ricerca globale, indipendente e no profit, costituita nel 1999, con sede al MIT (Massachusetts Institute of Technology) e sponsorizzata da l’Uniform Code Council (UCC), da Gillette e da Procter & Gamble. I ricercatori di questa organizzazione capirono che l’identificazione automatica, ovvero l’Auto-ID, consentisse di elevare la gestione dei prodotti ad un livello più avanzato grazie all’introduzione di un sistema di riconoscimento in grado di rintracciare non solo i dati relativi a singoli contenitori, ma persino i dati per singolo articolo.

In questa visione, i computer sono in grado di identificare istantaneamente qualsiasi oggetto, ovunque esso sia, e per fare ciò occorre una rete universale e aperta per l’identificazione dei singoli prodotti e per la relativa tracciabilità lungo la supply chain globale.

Tecnologia a radiofrequenza

La tecnologia identificata come la migliore per localizzare e identificare lo spostamento degli oggetti da un luogo fisico all’altro è quella a radiofrequenza (identificazione a radio frequenza o Rfid) che consiste nell’applicare un Tag o etichetta elettronica all’oggetto stesso che contiene le informazioni che possono essere lette e condivise con i partner aziendali in tempo reale.

In questo modo gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri e per questo si definiscono Smart Object (oggetti intelligenti).

Un esempio classico è quello per cui la nostra sveglia digitale collegata a internet suona prima in caso di traffico sul nostro percorso mattutino.

Per “oggetto” o “cosa” si può intendere più precisamente ogni categorie di dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature.

I campi di applicabilità sono molteplici: dalla logistica e all’info mobilità, passando all’efficienza energetica, all’assistenza remota, alla tutela ambientale, alle applicazioni ludiche e del tempo libero e soprattutto alle applicazioni industriali.

Digital Plant, business unit IoT di Moko

Una di queste applicazioni IoT è stata sviluppata da Digital Plant (www.digitalplant.it), business unit IOT di Moko (www.moko.it), società di Reggio Emilia in un’alleanza strategica con Raw Power (http://www.rawpowergroup.it/), spinoff di UNIMORE specializzata in elettronica di potenza.

Digital Plant, già partner ufficiale di ST Microelectronics e strategico di Arrow, è attualmente oggetto di interesse quale potenziale acquisizione da parte di importanti società multinazionali, che vedono in questa realtà la possibilità di portare il mondo Digital verso la fornitura di servizi e soluzioni complete e non solo di componentistica hardware. Quasi sempre infatti, per le applicazioni reali di soluzioni IoT, le risorse tecniche interne dei clienti finali, per definizione concentrate sul core tecnologico di riferimento, hanno necessità di supporto specialistico esterno.

Digital Plant ha così sviluppato un demo-concept, presentato al convegno di Meccatronica di Confindustria ANIE e negli appuntamenti fieristici nazionali ed europei, grazie al quale sarà possibile vedere dal vivo un sistema di monitoraggio in continuo (condition monitoring) di un motore elettrico, in grado di prevedere anticipatamente, attraverso l’analisi in tempo reale di dati anomali in ingresso, i possibili malfunzionamenti, evitando così insidiosi e costosi fermi macchina. Il Concept, realizzato da Moko con Siboni e Raw Power, è stato concepito per dare ad operatori ed aziende un esempio concreto fra le innumerevoli opportunità di miglioramento di linee produttive e prodotti finali implementate con sistemi IoT. Il tutto nella consapevolezza che non esistono prodotti preconfezionati buoni per tutte le stagioni che siano rispondenti alle più disparate necessità, ma soltanto solide collaborazioni con chi saprà affiancare il cliente finale e disegnare con lui soluzioni specifiche e originali.

Digital Plant nasce quindi da un’intuizione che viene dall’ascolto del mercato. Le professionalità e il supporto devono essere specifiche e al tempo stesso coordinate in modo efficace, in tutta la filiera della digitalizzazione dei prodotti e delle linee di produzione: hardware e firmware, algoritmica, edge computing, raccolta dei dati in cloud, esposizione in dashboard, mobile app ad alta usabilità

Non è un compito facile, ma la mia simpatia ed il mio supporto vanno sempre a tutte quelle aziende che vorranno incamminarsi con caparbietà su questo complicato, ma affascinante nuovo percorso tecnologico il cui orizzonte appare per ora appena abbozzato.

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